La piattaforma Power-i di IBM, o meglio, l’AS400 (benché ci provino questo nome non tramonterà mai), è ancora un sistema gestionale tra i più diffusi in Italia e detiene la più alta percentuale nazionale di diffusione al mondo. Ma malgrado questo indiscutibile fatto, non esiste in Italia una comunità di operatori/sviluppatori altrettanto marcata. Negli USA vengono pubblicate diverse riviste sulla piattaforma,e le comunità web sono estremamente dinamiche; la situazione italiana è esattamente il contrario: alta densità di diffusione della piattaforma, bassa densità di attività nelle comunità. Beh, ci sono i siti americani direte voi, ma sapete meglio di me quali e quante sono le differenze di realtà e di approccio rispetto alla ns. realtà, e come a volte diventa difficile un confronto tra users, non ultima la lingua.
In Italia ha avuto larga diffusione la rivista “News” della Duke Italia, ora MAT, ed è stata per decenni un punto di riferimento per aggiornamenti tecnici e strategici, novità, eventi; sono nati diversi siti e comunità, ma ad esempio non si è mai consolidato negli anni un organo ufficiale aderente al Common, la comunità mondiale degli users AS400, che raccogliesse e valorizzasse le innumerevoli esperienze nazionali. Ma come?? Proprio l’Italia con il suo altissimo installato? Mi stupisce la poca sinergia e volontà di affermazione delle varie comunità italiane.
Il ricambio generazionale della comunità è lento, spesso dovuto a linea parentale; perché? La tesi della “macchina vecchia” non regge; è la conoscenza del sistema che non viene sufficientemente supportata, non dico dalla casa madre, ma dalla comunità stessa; possibile che un sistema che si impara a gestire in pochi giorni senza manuale, che si accende il 1 gennaio e si spegne il 31 dicembre dimenticandosi serenamente di esso, che macina centinaia di milioni (!!) di records al giorno senza la minima vibrazione, possibile, dico, che non ingeneri un forte moto di orgoglio nella comunità?
Per molti anni le università e le scuole specialistiche hanno sfornato giovani informatici “pronti” che non conoscevano quasi nemmeno non dico la diffusione, i motivi, e la qualità di AS400, ma addirittura l’esistenza dello stesso (per non parlare dei concetti di sviluppo applicativo per l’impresa, giovani bravissimi nell’elaborare il 3D, ma che manco conoscono come si calcola la disponibilità di magazzino..). Non si è mai pensato di organizzare una divulgazione nelle scuole, nelle università? Ad opera della comunità, naturalmente, che ne avrebbe per prima un ritorno di ricambio non indifferente.
Ok, lasciamo perdere l’aspetto passionale, ma anche dal punto di vista del business la comunità AS400 è vasta, anche se i territori vengono continuamente erosi da altri sistemi considerati (spesso a torto) più moderni. Miliardi di righe di codice, applicazioni di una solidità e maturità tale da non temere confronti, know-how aziendali altamente preziosi: perché dalle aziende operatrici del settore non nascono delle sinergie e iniziative a supporto della comunità, con evidenti ritorni positivi?
Il fatto è che tristemente la nicchia AS400 non impara molto dall’innovazione; opensource e communities sono praticamente una cosa sola, ma non necessariamente vincolate, si vedano infatti le communities di nicchia (Apple per nominarne una), orgogliose e vivaci tanto quanto le communities opensource.
E un altro “male” risiede nella vetustà concettuale di operatori e user AS400: vi riporto il sunto di conversazioni che ho sentito spesso ripetere tra il pubblico degli ultimi eventi AS400 cui ho assistito:
“Se dovessi fare lo sforzo di guardare il mio mondo AS400 con occhi esterni, cosa vedrei?
Una nicchia fatta in buona parte di capelli bianchi, auto referenziata e alimentata da gloriosi ricordi, che ignora volutamente la veloce evoluzione informatica all’ esterno (per paura?), che non riesce più a convincere i propri clienti della bontà delle proprie soluzioni, anche se sono a tutti gli effetti veramente buone, che stanno perdendo sempre più velocemente terreno a dispetto alle qualità che li hanno resi famosi: solidità, forte esperienza e grande produttività. L’abitudine ad essere stati primi per molti anni ha causato inerzia nell’innovazione, ed ora l’aumentata concorrenza e riduzioni di utili li obbligano a rincorrere, colpa la mancata evoluzione proprio nel momento in cui erano loro ad essere rincorsi.
Un tempo sono stati l’innovazione, poi si sono fermati sugli allori, e il mondo li ha sorpassati.
Alla domanda: “qual è la specie animale con più possibilità di sopravvivenza?”, Darwin rispose: “Non è l’animale più grosso, nemmeno il più forte, e neanche il più numeroso: è quello che più velocemente sa adattarsi ai cambiamenti dell’ ambiente”.
Per quanto riguarda il sistema possiamo tranquillamente affermare che la piattaforma si è ampiamente adattata ai cambiamenti; possiamo dire lo stesso degli operatori??
E’ tempo di guardare all’ innovazione senza averne paura, di tornare alla curiosità, di generare idee, di fare Community. Forti di un patrimonio che ancora oggi è (ma per poco ancora) unico”.