Come saranno?
Il touch e le gestures su schermi a tocco fino a 32 punti di contatto sono già il presente, anche se la loro potenzialità è stata finora sfruttata poco più di zero negli ambienti aziendali; basti pensare ai tavoli interattivi, Surface di Microsoft tra i primi, finora utilizzati solo in musei, mostre, o eventi di marketing, ma che avrebbero un elevato potenziale applicati ad esempio in sale riunioni o ambienti executive, dove più persone potrebbero gestire e condividere documenti digitali e/o dati applicativi in tempo reale (qui sotto un nostro esempio..); il freno, a oggi, è forse il costo ancora elevato (>6000 eu), forse i sistemi operativi, comunque imminenti, fatto sta che uno strumento che potrebbe azzerare la carta ed interagire con dati aziendali come fossero oggetti sulla scrivania non ha ancora preso piede. Ma è questione di poco.
Speech, voice recognition, avatars, anticipati nei sogni visionari degli autori di fantascienza (Star trek, 2001 Odissea nello spazio, …..) sono tecnologie applicate già diffusamente nel presente, su diversi sistemi quali i centralini elettronici, parecchi centri di customer care, navigatori, giochi e altro ancora, mentre in ambito aziendale c’è ancora una sorta di pudore, di resistenza verso queste tecnologie, forse invasive acusticamente, o non sufficientemente protettive di privacy delle informazioni. Le tecnologie hanno ormai una precisione elevata nel riconoscimento e una qualità squisitamente umana nella riproduzione; diversi investimenti sono stati fatti ad esempio nell’ambito di interfacce applicative per non vedenti.
Spatial gesture recognition, o meglio Minority report! Di questo interessante film al pubblico è rimasta impressa più di altre la scena di Tom Cruise che analizzava i dati su un computer dallo schermo enorme, su vetro, navigando le informazioni a distanza con semplici movimenti del corpo e delle braccia. Bene, dovete sapere che non è stato un trucco di post-produzione, ma un reale ambiente interattivo già funzionante all’epoca del film (2007). non ci credete? guardate questo link. Ad oggi il mercato consumer, sempre molto vivace nell’applicazione industriale di nuove tecnologie, ci propone Kinect, il terminale per interagire coi videogiochi attraverso i movimenti del corpo, e forse non tutti sanno che Microsoft produce il Kinect Sdk, per includere in applicazioni Windows le potenzialità di questo interessante device. Ma già quattro anni fa lo stesso tipo di operazione di poteva ottenere semplicemente con un WiiMote, quel simpatico telecomandino della Nintendo per la sua game station che ha spopolato in questi anni; qui un nostro esercizio di applicazione gestionale pilotata da Wii, datato 2009.
Il 3D sta per essere utilizzato in maniera massiccia nelle interfacce prossime venture; le CPU, e soprattutto le GPU hanno ormai potenze tali da poter calcolare milioni e milioni di triangoli ogni millisecondo, la prova nei videogiochi sempre più drammaticamente reali nelle loro riproduzioni. Dunque anche il home computer è in grado di supportare tali grafiche. Ubuntu tra i primi sta sfruttando intensamente metafore 3D per i propri desktop. Guardate questo:
Ok, c’è molta carne al fuoco, ma ..di tutto questo, cosa si vedrà sui desktop aziendali? Diversi studi vengono fatti periodicamente da università e centri ricerca finanziati dalle majors dell’informatica; ci è apparso piuttosto interessante questo:
Cosa ne pensate?